A distanza di quattro mesi dal termine del periodo di emergenza più critico a motivo del COVID, la residenza RUI ha riaperto a settembre con più slancio che mai. Nonostante i corsi a distanza attivati dalle università per venire incontro agli studenti che vivono ancora in zone “a rischio” o che sono tornati dalle vacanze fatte in paesi ancora con numeri alti di contagi, le richieste di un posto in residenza a Roma sono state sempre alte e continuano a esserci anche dopo la chiusura delle ammissioni e l’inizio dell’anno accademico.
La RUI, per il terzo anno consecutivo, è al completo. Le nuove matricole sono 15: 6 sono iscritti all’Università Campus Biomedico (3 Ingegneria, 2 Medicina e 1 Medicina in lingua inglese); 3 alla Sapienza Università di Roma (Ingegneria Aerospaziale, Lettere classiche e Statistica); 3 all’Università Roma Tre (Economia, Ingegneria Informatica e Giurisprudenza); 2 alla LUISS (Scienze politiche, Economics and Management); 1 alla Pontificia Università Lateranense (Giurisprudenza). Tra i nuovi arrivati, gli studenti internazionali sono due: uno proviene dall’Iraq, l’altro è uno studente statunitense di origine polacca che inizierà il suo percorso universitario al corso di laurea in Medicina presso il Campus Biomedico.
Con la chiusura delle ammissioni e l’inizio del nuovo anno accademico, sono ricominciate anche le attività di formazione all’interno del collegio e gli incontri con gli ospiti importanti. In particolare, sono ricominciati i corsi del progetto JUMP, nella doppia modalità in presenza per i residenti all’interno del collegio e a distanza per coloro che ancora non sono presenti in residenza. Il primo relatore JUMP a inaugurare i corsi di quest’anno è stato il professor Antonio Petagine, docente di Storia della Filosofia nel Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi Roma Tre.
Per i nuovi residenti e per coloro che iniziano il secondo anno in residenza, la direzione del collegio ha già preparato e svolto il weekend di inizio anno: si tratta di un’attività importante per conoscere sempre meglio la realtà del progetto formativo della Fondazione Rui e il “clima di famiglia” che si andrà a respirare nel corso dell’anno. Le limitazioni a causa del coronavirus non hanno spento la voglia di RUI. Non resta che augurare ai residenti: buono studio!